1940-'41: Il
campionato..tira dritto
Puntuale a tutti i costi il torneo ebbe solo un breve ritardo. Iniziò
il 6 ottobre 1940 e si concluse il 4 maggio 1941. Per ordini superiori, Testaccio
era stato demolito.
Nuovo successo del Bologna con p. 39; e dobbiamo scendere alquanto nella graduatoria
per trovare la Roma al nono posto con Triestina, Genoa e Venezia. Il quoziente-reti
la relegò all'undicesimo. La Lazio fu addirittura terz'ultima e si
salvò per quoziente reti.
Squadra titolare: Masetti, Brunella, Acerbi, Jacobini, Donati, Bonomi, Krieziu,
Capp_llini, Amadei, Coscia, Pantò. Allenatore: Schafjer. Riserve: Ippoliti,
Borsetti, Carmellini, Nobile.
Partite vinte 9, pareggiate 11, perdute lO. Gol segnati 48, incassati 46.
Capocannoniere: Amadei con 19 reti.
Non vi fu mobilitazione generale, a differenza del 1915 quando il campionato
fu sospeso prima dell'ultima giornata, e per i quattro anni successivi il
calcio fu soltanto un passatempo delle truppe di retrovia. Come si rileva
dalla formazione sopraelencata i calciatori rimasero tutti a casa, salvo qualche
volontario. Il campionato fu ritenuto un mezzo valido a distrarre le folle
che i bombardamenti aerei cominciarono presto e in crescendo a terrorizzare.
E poi, non si pensava che tutto sarebbe finito molto presto?
Al nuovo allenatore si presentò una situazione grama. Massima economia,
nessun acquisto, si arrangiasse con la squadra che trovava. Schaffer si rese
conto, accettò, ma lealmente disse che poteva promettere soltanto di
lavorare sodo. Il presidente Betti ne prese atto e lo assicurò che
dalla squadra si attendeva soltanto molto impegno e grande sacrificio, come
lo stato di guerra imponeva. Fu dunque per Schaffer un campionato di studio
e transizione, su richiesta esplicita del dato re di lavoro. Quando vinse
lo scudetto, i critici dedussero che lo scaltro ungherese aveva approfittato
della tregua per sperimentare in santa pace, così riuscendo a varare
la squadra-sorpresa dell'anno successivo. Tutto può essere ma è
un peccato che in seguito presidenti, tifosi e stampa non si siano mai ricordati
del «metodo Schaffer».
Per la cronaca, mancò poco che si lasciasse andare Guido Masetti. Richiesto
dal Padova, quando ebbe la lista di trasferimento il portierone scoprì
che il termine era scaduto. Intanto Schaffer lo aveva sostituito prima col
diciannovenne Ippoliti, quindi con Rega. Alla fine del girone di andata la
Roma aveva incassato 31 reti e affogava al penultimo posto con la Lazio e
la Triestina. La crisi di Masetti, che aveva risvolti del tutto personali,
appariva intanto risolta e finalmente Schaffer si decise a reinserire l'uomo
che doveva essere tra gli artefici massimi del massimo alloro. I derby? Pareggio
all'andata, vittoria della Lazio nel ritorno. Per concludere, mai vigilia
di un trionfo fu tanto malinconica.
Tratto dal libro AS Roma da Testaccio all'Olimpico (libro edito nel 1977)
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